Sebbene sia una pratica molto comune in molte parti del mondo e del tutto normale nell'antichità, il termine "co-sleeping" è diventato più di moda che mai negli ultimi anni, soprattutto tra i genitori che praticano l'attaccamento genitoriale. Vi spieghiamo in cosa consiste.

Cosa significa esattamente il termine "co-sleeping"?
La condivisione del letto è, né più né meno, la pratica in cui uno o entrambi i genitori condividono il letto con i bambini piccoli o i neonati della famiglia.
Esistono diversi tipi di co-sleeping. È possibile dormire direttamente nello stesso letto oppure, in alternativa, aggiungere un altro letto o una culla adatta alla stessa altezza del letto.
Quali sono i suoi principali benefici?
- Favorisce l'avvio e lo sviluppo dell'allattamento al seno.
- Riduce il rischio di morte improvvisa.
- Aumenta il legame familiare.
- Il bambino si sente sicuro e protetto e quindi riposa meglio.
- Sincronizza la temperatura, i cicli del sonno e la frequenza cardiaca della madre con quelli del bambino.
Tutti possono dormire insieme?
Per praticare il co-sleeping è necessario farlo in sicurezza, seguendo queste linee guida:
- Il materasso deve essere rigido e piatto
- Il bambino deve essere posizionato sulla schiena; Durante le prime settimane, si consiglia di posizionare il neonato tra la madre e il muro/culla/barriera.
- Entrambi i genitori devono essere a conoscenza della possibilità di dormire insieme ai propri figli e acconsentire.
- Non è raccomandato per i fumatori, per gli individui affetti da obesità grave o per coloro che hanno assunto alcol o altre sostanze come droghe o sonniferi.
- Evitare di usare cuscini, guanciali, animali di peluche o nidi vicino al neonato.
- Se uno dei genitori ha i capelli lunghi, si consiglia di legarli.
Ci auguriamo che ora che hai tutte le informazioni, tu possa decidere se dormire insieme al tuo bambino o meno. E naturalmente fatelo sempre in modo sicuro. Se avete domande, rivolgetevi al vostro pediatra, che saprà consigliarvi in base al vostro caso specifico.
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